Sabato 28 giugno ho deciso di visitare l’opera difensiva 5, che e la più grossa delle tre opere che compongono lo sbarramento di Moiola.. L’opera sorge subito dopo l’abitato, seguendo per un chilometro la statale della Maddalena si trova il bunker sulla propria destra a bordo della carreggiata. Era l’ultimo sbarramento fortificato che doveva impedire al nemico durante la seconda guerra mondiale in caso di attacco di arrivare sulla piana Cuneese. Come quasi tutte le opere fortificate, anche questa non è stata ne finita né tantomeno usata, e di conseguenza non e mai stata armata. La struttura e quasi ultimata, mancano tutti gli impianti elettrici, di ventilazione, gli arredi e le rifiniture, e qualche malloppo non e stato ultimato.
Premetto subito una cosa, per visitare questa struttura occorre avere a seguito una buona torcia con batterie di ricambio, poiché molto estesa, e la visita interna dura più di un’ora. E consigliabile non avventurarsi all’interno da soli, perché scritte interne sulle pareti testimoniano che l’opera e frequentata da persone di ogni specie che usano la struttura per i più disparati motivi, e queste cose oltre che averle intuite mi sono state riferite da persone del posto, che mi hanno detto di aver rischiato spiacevoli incontri quando hanno saputo che ero entrato da solo.
Passata Moiola si parcheggia la macchina nell’area picnic, appena prima al grosso ponte sullo Stura. L’opera è subito visibile dall’altro lato della strada. Si attraversa la statale e si sale da una stradina che porta davanti a un vecchio cancello. Una volta superato ci si trova davanti alla caserma ormai in rovina, anche se i due locali laterali sono ancora ben conservati. S’imbocca un sentiero sulla sinistra e ci si trova davanti a un’altra casermetta, dove sul lato destro si apre l’ingresso dell’opera 5.
Entrando si trovano subito a sinistra le scale che salgono verso la caponiera che difendeva l’ingresso. Si supera un gruppo di latrine e poi si scavalca un muretto costruito per impedirne l’ingresso. Da qua in poi l’ambiente diventa completamente buio. Siamo al primo livello, un corridoio lungo porta al primo malloppo che sorge sul ciglio della strada composto da due bocche da fuoco, un altro ingresso (chiuso) e una caponiera. Tornando indietro, a metà corridoio si prendono le scale che portano al secondo livello, si sale una scalinata molto lunga, in buono stato ma con gradini molto piccoli e umidi, che piega sulla sinistra e termina in un grosso androne. Da qua si prende un corridoio che porta a due malloppi, che dovevano essere armati uno con un’arma leggera e l’altro con un pezzo d’artiglieria pesante. Tornando nell’androne (da dove parte un'altra scala questa volta in discesa, che spiegherò più avanti) si salgono altri scalini che portano in un altro atrio da dove parte un corridoio che conduce al malloppo che doveva essere armato con due mortai, tornando indietro si continua a salire fino ad arrivare all’inizio di una scala fatta a spirale, e alla fine di questa si arriva al terzo livello, dove un tunnel conduce al malloppo armato con mitragliatore. Ritornando all’inizio del tunnel si salgono le ultime scalinate fino ad arrivare a una nuova scala a spirale che conduce all’ultimo livello del bunker dove e presente una postazione d’arma e l’osservatorio. Questo e il punto più alto dell’opera.
Si ridiscendono le scale, facendo attenzione a non scivolare, fino ad arrivare all’androne del primo livello, (già citato sopra) e si scende una breve scalinata che porta a un enorme ricovero per le truppe, con agli estremi dei locali che sarebbero serviti per i vari alloggi per ufficiali, infermeria e altri utilizzi. A meta ricovero parte un tunnel che conduce a una postazione d’arma che dominava e difendeva la caserma e il piazzale antistante a questa. Alla fine del ricovero si scende un'altra breve scalinata che conduce a un blocco che si trova sul ciglio della strada statale, e a un locale composto di una stanza con all’interno un lavatoio per la truppa, un'altra stanza vuota e subito dopo un gruppo di latrine, al termine si giunge a un altro ingresso dominato da una caponiera con tre punti di fuoco. Si può uscire da qua e tornare al piazzale davanti alla caserma (mediante un sentiero nel bosco a lato della strada) oppure ripercorrere il tunnel al contrario e uscire da dove si era entrati in precedenza.
I dati e il racconto scritti sopra sono da considerarsi un’indicazione per chi volesse provare a visitare l’opera. Poiché non so se l’armamento dell’opera corrisponde a quello che ho detto, in questo caso ho solo formulato delle ipotesi. Buona visita a tutti.